Nell’ambito dei Venerdì letterari del Bizzozero, il 3 maggio scorso è stato presentato il libro “Da
una parte e dall’altra” (due eroi nascosti), raccolta storiografica di Giulio Orsini realizzata in
ricordo del fratello Carlo.
Alla presentazione hanno preceduto l’introduzione di Roberto Ceresini, i saluti e ringraziamenti
dell’Assessora con delega all’Associazionismo Daria Iacopozzi, che ha preceduto i relatori
soffermandosi sull’importanza dell’Associazionismo quindi della sussidiarietà ma ancor più sul
messaggio di pacificazione contenuto nei prinicipi del libro, mai come ora attuale se si parla di
legami, rispetto, affetto e pace. Il Consigliere Oronzo Pinto ha parlato della propria conoscenza
dell’Associazione Snupi e del Suo presidente, ribadendo la sua stima e condivisione di intenti
sempre rivolti all’aiuto delle persone in condizione di Fragilità.
Dopo aver presentato l’iniziativa con scopi benefici, Gloria Bianchino ha ribadito che questa
raccolta di lettere e documenti non ha certo pretese letterarie ma piuttosto testimonia una storia
d’amicizia e d’amore: l’amicizia con Carlo Orsini con il quale, pur divisi da idee diverse, ha
condiviso la passione per il lavoro , e poi la storia d’amore fra Roberto Orsini (detto Guido) e Iole
Bernardi Pirini. Una piccola storia, quella dei genitori, come tante in tempo di guerra che li ha
anche visti su fronti diversi. Il significato è proprio questo , la capacità di trovare un punto di
dialogo, di incontro grazie alla stima. Ha poi ribadito come questo tentativo di Giulio di ricostruire
la storia dei suoi genitori e analizzare dove affondano le radici della sua famiglia ci permette oggi di
riflettere anche sul rapporto tra la storia e i singoli individui. Giulio Orsini inizia l’esposizione delle
motivazioni che gli hanno indicato la direzione intrapresa. Attraverso l’ultimo conflitto mondiale
sono passate le vite di centinaia di migliaia di persone, tra queste giovani e meno giovani hanno
vissuto la tragedia di un conflitto, della devastazione, dell’incertezza del proprio futuro e di quello
dei propri cari. “rovistando nella scatola dei ricordi e delle foto”, che tutti abbiamo in qualche luogo
nelle proprie case, Orsini ha pensato di appoggiarsi sia ai racconti che ha personalmente ascoltato
che ai documenti pervenuti come lettere, copie di certificazioni e prove documentali dell’epoca,
lettere reciprocamente scritte e spedite dai protagonisti, dai nonni, dagli Zii. Fondamentali sono
stati gli esiti delle ricerche sulla specifica bibliografia (citazioni bibliografiche) e sui documenti
disponibili sul web. Con questi strumenti una timida ricostruzione ha allargato un orizzonte per
molti aspetti riservato agli addetti ai lavori, restringendo il racconto di fatti realmente accaduti in
quel preciso periodo dal 1930 al alla fine del 1945 (dovendo logicamente dare un inizio e un
termine ad una vicenda il cui significato va oltre alla ricostruzione storica). L’esperienza dei due
protagonisti ha inizio proprio durante una recita dal titolo “le avventure di Pinocchio” una specie di
Musical dell’epoca nel corso del quale i due Iole e Guido si conobbero prima di frequentare i neo
costituiti corsi di Avviamento per poi frequentarsi platonicamente fino ai corsi superiori che li
videro separarsi scolasticamente e geograficamente. Dal periodo pre bellico e alle differenti attività
dei due protagonisti, rivolte principalmente al settore didattico e quindi dell’insegnamento, si
giunge attraverso cronologiche precise decorrenze alla partenza per il fronte di Guido in
sostituzione del fratello di Iole Disperso sul fronte Russo, il ritorno di Guido sano e salvo dalla
stretta mortale dell’incipiente “Generale Inverno” il racconto spiega il nuovo incontro di Guido e
Iole che istantaneamente si sposano in Via Saffi nel Gennaio del 1943. E’ Febbraio – Marzo
quando Guido viene richiamato e inviato in Africa Settentrionale dove la situazione sta
precipitando e l’avanzamento delle truppe alleate è inesorabile.
Da qui la prigionia nel Stati uniti in vari Campi da Est a Ovest fino a Hereford Camp, con i
commilitoni, Sandro Paternostro, Vincenzo Bonassisi, Gaetano Tumiati, Raimondo Burri e tanti
altri.
Il numerosissimo pubblico presente al punto di dover permanere al di fuori della sala civica, ha
seguito con interesse e attenzione il racconto e il dialogo dell’Autore con Gloria Bianchino,
intervallato dalle letture dei due Attori – Narratori: Giada Vendemmiati e Christian Marchi che
hanno affiancato i vari contesti storico-geografici con le letture delle corrispondenze intercorse tra
Iole e Guido. Iole incaricata dell’insegnamento in una piccola scuola del comune di Tornolo, dove
la presenza delle truppe tedesche e dei rastrellamenti, si alternava alle azioni dei reparti Partigiani la
cui incessante opera fece dell’Appennino tosco Emiliano sede di cruenti scontri e feroci episodi di
rappresaglia e rastrellamenti da parte delle truppe di occupazione.
In pratica un altro fronte sito sulla linea trasversale del nostro appennino dove protagonisti erano la
Resistenza, le Truppe Tedesche e i Civili che a volte hanno pagato un prezzo molto alto,
desiderando nel contempo la fine di un tragico periodo bellico senza confini che termino attraverso
anche un conflitto civile.
Alcuni giovani che sono riusciti a sopravvivere e a proseguire la propria vita, seppur segnata da
cicatrici indelebili, hanno dimostrato che, oltre al destino, conta per quanto possibile la
determinazione, lo spirito e possibilmente “l’equilibrio” che ti consentono di mettere in pratica i

sogni e le speranze che non dovremo mai abbandonare del tutto.
Pur comprendendo l’altissimo prezzo pagato da moltissime persone e il grave bagaglio lasciato a
tutta la popolazione che ha vissuto l’ultimo conflitto mondiale, Orsini Giulio ha pensato di
ricostruire questi fatti concludendoli con un principio di speranza.
“Da una parte e dall’altra” dimostra che, sebbene gli eventi abbiano guidato due giovani
protagonisti in direzioni intellettuali differenti, attraverso luoghi geograficamente distanti, il poter,
grazie al destino, ricongiungersi e rielaborare il ” pesante vissuto” dimostra che è possibile
trasmettere un importante segnale di speranza e pacifica riconciliazione, preciso monito per le
gravi vicende di guerra che ancor oggi vediamo nel mondo.
Prima di tutto noi come cittadini, come persone, dovremo dimostrare, partendo dal basso, che la
cultura della pace, della riconciliazione, sono parte di noi, dentro ad ognuno di noi e possono essere
coltivate attraverso i sani principi che hanno contraddistinto anche le generazioni precedenti alla
nostra, tra le quali era diffusissimo e profondo il concetto di “volersi bene”.
L’importante significato culturale e storico di quanto avvenuto nel nostro paese, oltre al tragico
prezzo che è stato pagato, deve spingere ad una riflessione rivolta ad una necessaria analisi di
quanto “storia e memoria” hanno permesso di trasmettere alla nostra generazione, concetti secondo
i quali dovremo vivere un futuro senza lo spettro del “ripetersi” di quanto avvenuto, desiderando
con forza una Pace che sembra lontana ma non irraggiungibile.
Giulio
Maggio 2024