Ferito in Somalia, operato al maggiore da un equipe coordinata da de'Angelis.

Dal basso ventre, il proiettile è uscito dal fondo della schiena. Poteva essere la morte. Di certo sarebbe stata la fine di un'esistenza normale, specie per chi una ferita del genere la rimedia in Somalia, Africa senza legge ne sanità.

Era l'alba del 24 luglio. Abdi Dahir, diciotto anni appena compiuti, si trovava anche all'alba della vita: quel colpo di Kalashnikov lo fece sprofondare in una notte tutta sua, popolata di dolore e incubi. Ci sono voluti mesi, perché agli incubi si sostituisse il sogno.

E sei ore di intervento perché il sogno, di "tornare normale", si avverasse.

Quanto l'operazione fosse delicata non è nemmeno da dire. Abdi è tornato quello di prima grazie al lavoro di equipe degli specialisti dell'Ospedale Maggiore, composto da Fausto Catena, Direttore della Chirurgia d'Urgenza, Umberto Maestroni, Direttore di Urologia e Antonio Barbieri esperto di Chirurgia dell'uretra, coordinata dal professor Gianluigi de' Angelis, direttore del Dipartimento materno infantile e dell' Unità operativa di gastroenterologia ed endoscopia digestiva. Ma perché si arrivasse alla sala operatoria si è mobilitata una cordata della solidarietà che ha visto protagonisti la Croce Rossa e i volontari di Snupi.

La Petite capitale arriva dove la grande si ferma. "Niente da fare- spiega Hamdi Dahir – a Roma non si è potuto far niente per mio fratello. Grazie, Parma: qui ho trovato non sono gioielli del sistema umanitario ma anche una solidarietà e una umanità incredibili. I Somalia si dice che chi ti sfama è importante, ma di chi ti salva la vita non puoi fare a meno." È un fiume in piena la sorella di Abdi, più timido e anche ostacolato dal fatto di non conoscere la lingua. Lei non smette di testimoniare la sua riconoscenza agli specialisti del Maggiore, all'assessore regionale Sergio Venturi, alla Croce Rossa. E a Snupi Onlus. "Un'associazione che fa cose eccezionali: in questo periodo ho visto come siano stati aiutati tanti altri bambini e ragazzi come mio fratello. Io ho assistito lui e loro hanno assistito me, mettendoci tra l'altro disposizione un appartamento." Incassa le lodi con il sorriso Giulio Orsini, Presidente di Snupi. "In in momento come questo bello poter dire che c'è chi riesce a realizzare un'attività in sinergia. Per noi questa di Snupi è stata una grandissima opportunità: di metterci ancora una volta alla prova e di crescere."