Egregio Direttore,

siamo i genitori di una bambina di nove anni alla quale, dopo svariati esami clinici, in sede di colonscopia effettuata il 15 Luglio u.s. presso l'Ospedale Maggiore di Parma, è stato diagnosticata l'esistenza di un macropolipo al colon, che il Prof. Gianluigi de'Angelis riteneva opportuno asportare immediatamente, qualora fosse stata disponibile la sala operatoria del reparto di Chirurgia Pediatrica; purtroppo non la era.

Il professore infatti riteneva urgente l'intervento, sia per il pericolo di sanguinamento, sia per non sottoporre la bambina ad una nuova pulizia intestinale, sempre impegnativa specie per i pazienti pediatrici. Inutile nascondere l'ansia per lo stato di salute di nostra figlia, ma anche la rabbia e l'incredulità con cui abbiamo lasciato l'ospedale; ci confortava soltanto la fiducia nel Prof. de'Angelis che ci aveva garantito che avrebbe fatto tutto il possibile per trovare la sala operatoria entro la settimana successiva.

Infatti, nonostante le non poche difficoltà incontrate, anche per l'agitazione sindacale di parte del personale medico di quei giorni (la cosa non ha riguardato l'Equipe di de'Angelis), grazie al suo interessamento e a quello personale del Direttore Generale, il 20 Luglio, a quattro giorni dalla diagnosi, nostra figlia è stata da lui operata con successo.

Con questa lettera vogliamo anzitutto esprimere la massima stima per l'umanità dimostrata dal Prof. Gianluigi de'Angelis e i nostri più sentiti ringraziamenti a lui e a tutto il suo staff, ma intendiamo anche sottolineare l'amarezza per aver riscontrato che, di fronte alla patologia di una bambina, si siano fatte tante difficoltà per fissare l'intervento chirurgico.

Non possiamo fare a meno di domandarci: "Perchè è stato necessario l'intervento tenace del Professore? Non dovrebbe essere una normale procedura intervenire con solerzia, trattandosi in particolare di un bambino?".

E ancora: "Il diritto alla salute di un bambino non dovrebbe essere garantito sempre e comunque senza privilegi di sordità?"

Ci auguriamo che il sostegno finanziario di imprenditori privati, come Barilla Spa, all'Ospedale Maggiore Universitario di Parma, che vanta delle sicure Eccellenze, possa elevare il livello dei suoi servizi, a partire dal reparto pediatrico.

 

I genitori Matilde e Ruggero Bargnani

Cremona, 21 Settembre