Sempre di più e sempre più giovani. Le malattie infiammatorie croniche intestinali, in netto aumento negli ultimi decenni, specialmente nei paesi più industrializzati, contano oltre 10mila casi in Emilia Romagna e colpiscono più comunemente in età giovanile. Si parlerà di queste patologie e delle nuove frontiere diagnostiche, terapeutiche e chirurgiche, durante il ventunesimo "Congresso Internazionale sulle malattie infiammatorie croniche intestinali" che si terrà domani, venerdì, all'Ospedale di Parma.

Esperti di prima grandezza si confronteranno sulle nuove terapie farmacologiche e sul miglioramento delle tecniche diagnostiche e chirurgiche che in questi ultimi anni hanno modificato la gestione del trattamento della malattia di Crohn e della rettocolite ulcerosa, dando particolare rilievo al trattamento con terapie biologiche. "Con questo evento – spiega Gian Luigi de'Angelis, direttore della Gastroenterologia del dipartimento Materno-infantile dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma – cerchiamo di riprodurre anche a livello congressuale il lavoro di équipe interdisciplinare che da anni caratterizza l'attività del nostro centro. Nella nostra struttura il paziente è preso in carico dal momento della diagnosi in poi, per garantire la continuità assistenziale sia dal punto di vista clinico-terapeutico che strumentale". Queste patologie richiedono gioco di squadra e possono essere affrontate al meglio grazie a un lavoro coordinato tra gastroenterologi, endoscopisti, chirurghi, anestetisti, radiologi, oncologi, anatomo-patologi e altri specialisti. "Si tratta di malattie tra le più studiate negli ultimi anni – continua de'Angelis – perché colpiscono maggiormente i paesi con un'economia forte e perché lo studio del loro modello può portare a grandi passi avanti anche nella cura di altre malattie. La terapia biologica, per esempio, è stata sperimentata per la prima volta proprio sul morbo di Crohn". Ecco che allora la diagnosi precoce, le nuove terapie farmacologiche e gli interventi chirurgici a bassa invasività, hanno consentito, negli ultimi anni, di evitare il manifestarsi di recidive: "Qui a Parma- dichiara Raffaele Dalla Valle, responsabile Urgenze chirurgiche dell'apparato digerente a indirizzo oncologico dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma – abbiamo già eseguito con successo alcuni interventi di proctocolectomia totale con tecnica laparoscopica". Di grande importanza anche l'attività dei molto volontari dell'associazione Snupi (Sostegno nuove patologie intestinali): "La nostra associazione – spiega Giulio Orsini, presidente di Snupi -, grazie al supporto degli stessi pazienti e dei loro familiari, ha dato vita in questi anni a un progetto sociale che ha reso possibile sostenere la struttura di riferimento sia in termini organizzativi che di affiancamento e supporto ai malati, senza sostituirsi in primis a chi svolge il proprio compito istituzionalmente".

 

Gli "angeli" di Snupi

250 soci effettici, 50 volontari attivi. Snupi, la onlus attiva dal 2001 grazie alla volontà dei genitori di pazienti in età pediatrica e giovanile affetti da patologie intestinali croniche, si definisce con una semplice parola: un'associazione responsabile. Per affiancare l'istituzione ospedaliero e supportarla, senza sostituirsi a essa: "Noi affianchiamo le famiglie, – spiega Giulio Orsini, presidente di Snupi -. foriamo i medici, individuiamo strumenti d'avanguardia, sensibilizziamo l'opinione pubblica e divulghiamo informazioni. Questo momento può essere l'occasione per gratificare i nostri volontari".

 

Fonte: Gazzetta di Parma, articolo di Margherita Portelli