Una persona che si firma "Un paziente" ci ha inviato questa lettera:

Cara Repubblica Parma la realtà mi ha permesso di apprezzare straordinarie persone: medici, infermieri non solo competenti ma anche gentili. Ho avuto bisogno delle prestazioni delle équipe diretta dal prof. de'Angelis e mi sono presentato per un esame, mi sono messo in fila assieme a tanti altri che aspettavano colonscopie, gastroescopie e via dicendo. Bene, nella lunghezza di queste operazioni, mai e poi mai il personale del reparto ci ha lasciati soli, sempre una parola di conforto per tutti, un'occhiata clinica ogni cinque minuti, un goccio di thé dopo che le persone si risvegliavano dall'anestesia. E qui siamo alle note positive un vero vanto, una sicurezza, una tranquillizzazione per tutti i cittadini parmigiani e non solo. Veniamo invece alle note negative: tutte queste operazioni di fatto si svolgevano in due stanze appena fuori la camera operatoria. Due stanze, una dove la gente attendeva, l'altra, separata solo da un telo, dove venivano fatte le domande prima dell'intervento, dove venivano messi in barella i pazienti che avevano appena finito gli esami. Insomma una situazione da suk arabo senza alcuna tutela della privacy con persone delle pulizie che passavano di li, con gente che sbagliava reparto e chiedeva informazioni eccetera eccetera. Ecco non vorrei che questa mia lettera ledesse in alcun modo medici e infermieri del reparto, ripeto ammirevoli per dedizione, professionalità e cortesia, vorrei invece che i vertici della sanità parmigiana cogliessero la sfida per una sanità a misura d'uomo. La dove al mercoledì opera l'équipe del prof. De'Angelis il reparto è nuovo, moderno, gli operatori sono bravissimi eppure il paziente è "violato", non è garantito nei suoi diritti elementari, nel non doversi fare vedere in difficoltà (si quando sei paziente clinico non hai difese) da altri e da chiunque passi. Visto che si stanno inaugurando nuove strutture ospedaliere, nuove torri, nuovi reparti, cari amministratori ricordatevi anche di questo. Della dignità dei pazienti e credo dei medici ed infermieri.

Un paziente.

 

Fonte: Repubblica.it